È stato naturale dedicare la nostra Scuola Basket alla sua memoria. Diego ha lasciato un meraviglioso ricordo in tutti coloro che hanno collaborato con lui e che ne sono stati amici ed incarnava alcuni dei valori che vorremmo caratterizzassero il nostro progetto: PASSIONE, SERENITA’, SERIETA’. Nato a Sarzana, il 30 agosto del 1983, e lo sport, il basket, è sempre stato al centro del suo mondo, prima come giocatore, nelle giovanili del Sarzana Basket, e poi da allenatore, iniziando la carriera nella Termocarispe La Spezia, e poi il passaggio al settore maschile nello Spezia Basket Club e ancora, dopo aver scelto di frequentare la Facoltà di Scienze Motorie a Pisa, nel GMV Ghezzano.
Diego se n’è andato a soli 27 anni, solo pochi mesi dopo che gli fosse stata diagnosticata una terribile malattia che aveva affrontato con la medesima forza e serenità che lo avevano sempre contraddistinto. Di quei giorni così tristi rimane la straordinaria partecipazione di affetto che venne dedicata a lui e ai suoi genitori con la chiesa gremita il giorno del funerale ed il successo della partita-ricordo che il SUO mondo del basket gli volle dedicare, con atlete, atleti, allenatori, dirigenti ed amici giunti da ogni parte d’Italia per ricordarlo e per sostenere la Lotta contro le leucemie,Chiunque abbia conosciuto Diego ne serba un ricordo personale. Il nostro, che dedichiamo a lui e ai suoi genitori, lo porteremo quotidianamente in palestra nel svolgere quell’attività che tanto lo appassionava.Ma tra i tanti abbiamo scelto di inserirne uno che ci ha sempre toccato profondamente, quello che suoi amici più cari gli dedicarono a sostegno della richiesta, che raccolse più di 1500 firme, di intitolargli il Palazzetto dello Sport di Sarzana, che ora porta il suo nome.A Diego.
Dal verbale della Giunta Comunale di Sarzana per l’intitolazione della Palestra “Diego Bologna” di Sarzana: Siamo nati tutti nel 1983 ed il corso della vita ci ha avvicinato più volte, amicizie in comune, catechismo, comunioni, cresime, compleanni ed infine la scuola. Un rapporto nato sui banchi di ragioneria che si è tramutato in un legame indissolubile, in un riconoscimento in lui di quella parte mancante che completava perfettamente il nostro gruppetto. E poco importa se era l’unico ragazzo, il nostro amico “Bolo” si è guadagnato sul campo la nostra fiducia con quei piccoli gesti, il suo sorriso gentile ed il suo essere educato. E’ per questo che l’amicizia è continuata anche al di fuori della scuola quando ognuno ha iniziato il suo percorso di crescita personale, senza rompersi come comunemente succede quando la convivenza di ogni giorno termina, proprio perché sapevamo che in ogni occasione avremmo potuto contare su di lui. La passione per lo sport che condividevano è stato certo uno dei motivi che ci hanno velocemente avvicinato- Diego ha sempre praticato il basket iniziando nelle giovanili del Sarzana Basket per poi proseguire con le maglie di CSI Ameglia e Dlf Spezia, ma ha scoperto col gli anni che la sua voglia andava oltre il terreno di gioco ed ha iniziato una carriera parallela come allenatore. Intanto proseguivano gli studi prima presso il polo universitario della Spezia, e poi seguendo la sua vera natura e spostandosi a Pisa per frequentare Scienze Motorie. La specializzazione come allenatore è proseguita tra Spezia Tarros, Termocarispe ed i campus estivi che frequentava ogni anno, che lo hanno portato a diretto contatto con tanti bambini e siamo certi che a loro abbia saputo trasmettere la sua competenza, condita da tanta energia e voglia di fare. Proprio per questo approdato a Pisa aveva trovato subito lavoro, contattato dalia GMV Ghezzano dove collaborava con la prima squadra ed allenava le formazioni giovanili, ma tornava spesso a casa per aiutare i suoi genitori nelle diverse fiere agroalimentari in giro per I’Italia Ma era lo sport in generale a rivestire un ruolo di primaria importanza nella sua vita e per questo si dilettava anche nella corsa, specializzandosi nella maratona, specialità che come nessun altra dimostrava effettivamente lo spirito di sacrificio e di abnegazione che tanto lo caratterizzavano. Per questo la notizia del male che lo ha colpito ci ha sorpreso come un fulmine a ciel sereno, con lui stesso a comunicarci la notizia nei salotto di casa sua ancora dolorante per la biopsia. Ricordo ancora quel nero sulla lastra e la corsa a casa per consultare internet e vedere cosa effettivamente era quella malattia, perché una persona non poteva parlare di una cosa cosi terribile con il sorriso sulle labbra.Era estate e solo sei mesi dopo eravamo al suo funerale. In mezzo c’è stata la lotta che non lo ha allontanato dalla sua famiglia e dai suoi amici, dalla sua ragazza e dai suoi interessi, finché le forze sono state con lui. Ci ha lasciato qua da sole dopo tanto tempo trascorso insieme, con una marea di ricordi che possono farti sorridere o piangere a seconda dei giorni e che ti fanno sentire inevitabilmente “avariata” per il resto della vita. E se questo succede a noi non vogliamo pensare il peso che grava su Franco e Clara, genitori che hanno svolto appieno il loro ruolo tirando su un bravo ragazzo. Quello che in questi giorni ci accompagna è il ricordo del suo sorriso, le risate fatte insieme ed il suo essere speciale, aggrappandoci a questo progetto con tutte le nostre forze e la nostra voglia.Non ci sorprende che su quei fogli ci siano quasi 1500 firme, il nostro “Bolo” merita questo ed altro. Marina Amidei
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